Moda sostenibile ed etica: è il futuro del settore?

Il nuovo mantra delle grandi aziende di moda e delle maison è sempre più rivolto verso l’ecosostenibilità. Vediamo, quindi, in cosa consiste il connubio tra moda e produzione green

L’interesse verso tematiche ambientali è sempre più sentito: sono molti gli ambiti di vita da ripensare radicalmente, dai trasporti fino alla moda. La produzione tessile, infatti, impegna milioni di stabilimenti in tutto il mondo e – spesso – può essere anche molto inquinante. Non in tutti i paesi si adottano normative eco-friendly e come se non bastasse le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto dei nostri capi incidono molto sui quantitativi di anidride carbonica emessa ogni anno.

Ecco come è possibile comprendere meglio la necessità di una moda sostenibile ed etica, analizzandone i suoi sviluppi in prospettiva futura. Applicare soluzioni innovative al settore fashion è un’ottima soluzione per ridurre lo spreco di materiali tessili, per minimizzare il numero di collezioni, e per incentivare la piccola produzione locale.

Perché è importante produrre localmente?

Uno dei punti cardine della moda sostenibile è decisamente la manifattura di prossimità. Se un capo viene prodotto a poche centinaia di chilometri dal luogo in cui è venduto, la sua filiera di distribuzione sarà certamente più eco-friendly.

Produrre localmente è spesso anche più etico: oltre a ridurre l’impatto del trasporto di materie prime e prodotti finiti, consente di incentivare sviluppo e crescita delle produzioni locali, favorire la sopravvivenza stessa degli artigiani e garantire la qualità dei materiali utilizzati. 

La qualità prima di tutto

La produzione spasmodica di nuove collezioni è un altro punto al quale il settore presta enorme attenzione. Le catene del fast-fashion, infatti, lancerebbero fino a una collezione a settimana, rendendo ben presto obsoleti i propri capi. È quindi arrivato il momento di raccogliere l’appello di molti stilisti e pensare a un tipo di moda che si allontani, il più possibile, dai principi del fast-fashion.

Un capo, infatti, dovrebbe durare più tempo nel nostro guardaroba ed essere realizzato con maggiore cura. Queste tematiche – non a caso – incrociano le proposte delle associazioni “slow fashion”. La riduzione dei tempi di obsolescenza dei capi d’abbigliamento significa abbattere la quantità di materiali impiegati e, di conseguenza, l’impatto sull’ambiente. Ma non solo.

Sono da considerare anche i risvolti psicologici positivi della slow fashion: le persone avranno più tempo per affezionarsi ai propri capi, facendo in modo che questi rievochino momenti speciali, senza aver paura di indossare un capo “vecchio”.

Nuovi materiali sostenibili

I fashion lover avranno presto molte alternative eco-friendly fra cui scegliere: ci sono diversi materiali tessili che stanno incontrando sempre più il favore di chi chiede una moda che sappia mettere al centro dell’agenda l’ambiente.

Non sono certo poche le aziende che hanno iniziato a produrre capi d’abbigliamento, accessori e costumi in materiale riciclato o con filiera a basso impatto ambientale. La plastica marina riciclata – ad esempio – da grande problema per la salute delle specie marine, è diventato materiale prediletto per la realizzazione di abiti sintetici, fra cui i costumi da bagno. 

Tutti i segnali sembrano quindi convergere verso nuovi orientamenti nella produzione di abbigliamento: orientamenti che rimettono al centro rispetto dell’ambiente, ecosostenibilità e una rinnovata consapevolezza per la cura dei propri capi di abbigliamento.